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    arialibera

    @arialibera

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    Post creati da arialibera

    • Beni usati e beni nuovi - Dichiarazione IVA

      Un contribuente che vende al dettaglio sia beni nuovi che beni usati e che per determinare l'IVA da versare applica il REGIME DEL MARGINE sui beni nuovi e il REGIME ORDINARIO sui beni nuovi, compensando eventuali crediti da margine con il debito iva da liquidazione e viceversa, nella dichiarazione iva deve:

      • compilare 2 moduli (con rispettivi quadri VE, VF, etc), uno per le operazioni svolte secondo il regime del margine e uno per le operazioni ordinarie
        oppure
      • compilare 1 solo modulo dove far confluire i dati già compensati?
        Grazie
      postato in Consulenza Fiscale
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      arialibera
    • pagamento con buoni lavoro (voucher)

      Cari Colleghi, un dubbio interpretativo

      Secondo voi, vista la normativa recentemente riformata, sul lavoro accessorio, un commerciante può utilizzare il sistema dei buoni lavoro (voucher) per retribuire un ragazzo di 30 anni che presterebbe la sua attività per 4 pomeriggi a settimana?
      Il limite retributivo di 5.000 netti/annui sarebbe rispettato (400 netti al mese).
      Il dubbio che mi sorge riguarda le caratteristiche del prestatore: secondo la normativa possono essere impiegati:

      • studenti con meno di 25 anni
      • pensionati
      • disoccupati, lavoratori in mobilità o cassaintegrati
      • titolari di altro contratto di lavoro part-time

      Nel sito dell'Inps però trovo anche questa IMPORTANTE dicitura in un punto dell'elenco:
      "altre categorie di prestatori
      inoccupati, titolari di disoccupazione a requisiti ridotti o disoccupazione speciale per agricoltura, lavoratori dipendenti pubblici e privati, nell'ambito delle tipologie di attività individuate dalla norma."

      Il ragazzo in questione è proprio INOCCUPATO ma non percepisce alcuna indennità di disoccupazione o cassa integrazione.
      Secondo voi può rientrare nell'applicazione della normativa?

      Vi ringrazio

      postato in Consulenza Fiscale
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      arialibera
    • errore datore di lavoro

      Un dipendente ha 2 rapporti di lavoro. A luglio 2010 comunica al datore di lavoro principale (sostituto d'imposta) il reddito che ha già percepito con il secondo lavoro fino a quel mese, di modo che se ne tenga conto ai fini di un corretto calcolo delle detrazioni. (il secondo lavoro termina a giugno 2010)
      Il dipendente comunica tutto ciò per iscritto a mezzo fax, come da richiesta del datore di lavoro.
      A fine anno ci rendiamo conto che il datore di lavoro si è "dimenticato" del fax inviatogli e ha tenuto conto solo del proprio rapporto di lavoro.
      Facendo la dichiarazione dei redditi quest'anno, il dipendente si ritrova a pagare una "tombola", come succede sempre in questi casi.
      Ora mi chiedo: se c'è dolo da parte del datore di lavoro e l'errore è dipeso da una sua negligenza il dipendente può avere un risarcimento o pretendere quant'altro?
      Grazie per l'attenzione

      postato in Consulenza Fiscale
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      arialibera
    • costruzione in economia - contabilità semplificata

      Un cliente decide di costruire autonomamente il bancone del suo negozio. Per far ciò utilizza diverso materiale che acquista in date diverse
      Per caricare il costo in contabilità e trasformarlo in immobilizzazione, visto che siamo in contabilità semplificata, è corretto assegnare ad ogni fattura direttamente il conto patrimoniale "Arredamento" associando ciascuna allo stesso codice cespite?
      Poi in sede di assestamento verrà ovviamente computata la relativa % di ammortamento sul valore totale del cespite

      postato in Consulenza Fiscale
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      arialibera
    • RE: apporto beni e merci costituzione ditta individuale

      Si infatti anch'io pensavo a questo.
      Una ricevuta con la quale iscrivo l'arredamento nel registro dei beni ammortizzabili e li ammortizzo nel primo anno per intero (avendo basso valore) e con la stessa ricevuta inizializzo le rimanenze iniziali così che giustamente mi vanno a costo e abbatto la base imponibile da tassare..
      Secondo te può andare?

      Ti ringrazio molto

      postato in Consulenza Fiscale
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      arialibera
    • apporto beni e merci costituzione ditta individuale

      Buongiorno,
      si costituisce una ditta individuale per l'apertura di un negozio di dischi.
      Il titolare è già in possesso di parte dell'arredamento (acquistato anni fa come privato) e di una moltitudine di dischi da destinare alla rivendita (perchè provenienti dalla sua collezione personale accumulata nel corso degli anni).
      Come posso indicare l'apporto iniziale?

      postato in Consulenza Fiscale
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      arialibera
    • RE: Dottore Commercialista e lavoro a progetto

      Io cerco di partire da questo ragionamento (anche per appigliarmi alla condizione di maggior favore...:D:D:D) ..
      Il mio incarico di lavoratrice a progetto NON NASCE in base alla mia competenza di Dottore Commercialista, ma in base a diverse caratteristiche personali che non richiedono alcuna abilitazione particolare..
      Io vengo "ingaggiata" dalla scuola come semplice laureata, e stipulandomi un contratto di lavoro a progetto la sfera di determinazione del reddito è assimilabile a quella di lavoro dipendente..
      Ora in corso di svolgimento del contratto, mi abilito alla professione, mi iscrivo all'albo e apro Partita Iva per esercitare la professione, che ricade nella mia attività principale..
      E' vero che mi trovo ad essere iscritta contemporaneamente alla Gestione Separata e alla mia cassa di previdenza obbligatoria..e ciò rischia di farmi perdere i contributi che la scuola mi versa...ma considerando l'importo veramente esiguo sono disposta ad accettarlo.. anche in considerazione del fatto che non appena mi aumenterà il lavoro farò un effetto sostituzione....
      Anche se insegno economia aziendale, è vero che fa parte del mio settore di attività, ma il punto è come vengo qualificata io dentro la scuola..cioè come esperta professionista o come docente qualsiasi...visto che la risposta è la seconda, a mio avviso, il reddito viene attratto dalla sfera del lavoro dipendente..
      Ma ripeto, probabilmente è una considerazione a cui mi voglio appigliare, visto che se dovessi sottrarre dall'importo orario lordo cassa e ritenuta (4% + 20%), anzichè vedermi trattenere solo l'8,90% va a finire quasi che glieli devo dare io i soldi per insegnare ... 😄

      Ma attendiamo comunque, come dici tu, interventi più illuminanti!

      postato in Consulenza Fiscale
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      arialibera
    • RE: Dottore Commercialista e lavoro a progetto

      Ti riporto interpello n 65/2008 del Ministero del Lavoro e dimmi cosa ne pensi

      Oggetto: art. 9, D.Lgs. n. 124/2004 ? incarico di collaborazione autonoma e contratto di collaborazione coordinata e continuativa a progetto.
      La Confcommercio ha avanzato richiesta d?interpello per conoscere il parere di questa Direzione riguardo alla sussistenza o meno dei vincoli di cui agli artt. 61 e ss. del D.Lgs. n. 276/2003, in materia di contratto a progetto, nel caso di conferimento di un incarico di ?collaborazione autonoma? ad un soggetto, titolare di partita IVA ed iscritto alla Gestione separata INPS, che svolge un?attività non rientrante tra quelle per le quali sia prescritta l?iscrizione ad un albo o ad un ordine professionale.
      In particolare si chiede, in caso di risposta affermativa, come coordinare le disposizioni riguardanti l?obbligo di erogazione del compenso e di predisposizione del relativo prospetto paga con l?obbligo del collaboratore titolare di partita IVA di emettere fattura.
      Al riguardo acquisito il parere della Direzione generale della Tutela delle Condizioni di Lavoro e dell?INPS, si rappresenta quanto segue.
      Occorre, in via preliminare, inquadrare correttamente la fattispecie prospettata, dal momento che la soluzione della questione è differente a seconda che si tratti di collaborazione coordinata e continuativa ovvero di lavoro autonomo reso ai sensi dell?art. 2222 c.c.
      In quest?ultimo caso, infatti, l?attività è svolta in completa autonomia da parte del lavoratore con riguardo in particolare alle modalità della prestazione; non vi è infatti alcun coordinamento con l?attività del committente né un inserimento funzionale del lavoratore nell?organizzazione
      aziendale.
      Viceversa, le collaborazioni coordinate e continuative sono caratterizzate ? oltre che dall?elemento qualificatorio essenziale, rappresentato dall?autonomia del collaboratore nello svolgimento della attività lavorativa dedotta nel contratto e dalla irrilevanza del tempo impiegato per l?esecuzione della prestazione ? dalla necessaria coordinazione con il committente. Secondo il modello approntato dal D.Lgs. n. 276/2003, inoltre, dette collaborazioni devono essere riconducibili, come modalità organizzativa della prestazione, ad uno o più specifici progetti o programmi di lavoro o fasi di esso, salvo i casi previsti dal comma 2 e dal comma 3 dell?art. 61.
      Non essendo preclusa la possibilità per i soggetti titolari di partiva IVA di stipulare contratti a progetto, si ritiene corretto affermare che i compensi percepiti non in relazione allo svolgimento di attività di lavoro autonomo reso ai sensi dell?art. 2222 c.c., ma nell?ambito di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (anche nella modalità a progetto) debbano essere denunciati come redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente ex art. 47, comma 1, lett. c bis) TUIR, con obbligo per il committente di consegna del prospetto paga al collaboratore (anche nelle forme della consegna di copia del Libro Unico del Lavoro ai sensi dell?art. 39, comma 5, del D.L. n. 112/2008), di versamento dei contributi previdenziali alla Gestione separata INPS e del premio assicurativo all?INAIL.
      In altri termini, il soggetto titolare di partita IVA può rendere prestazione lavorativa in regime di collaborazione coordinata e continuativa a progetto solo qualora la stessa non rientri nell?ambito dell?attività ordinaria svolta professionalmente. In tale caso il relativo compenso non andrà a costituire reddito da lavoro autonomo, ma rientrerà nell?alveo di cui al citato art. 47 TUIR, senza obbligo di emettere fattura in quanto, trattandosi di reddito assimilato a quelli di lavoro dipendente, non è consentita l?applicazione dell?imposta per carenza del presupposto oggettivo (cfr. Min. Finanze circ. n. 207/E del 16 novembre 2000).
      IL DIRETTORE GENERALE
      (f.to Paolo Pennesi)

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      arialibera
    • Dottore Commercialista e lavoro a progetto

      Gentili colleghi, vi scrivo per risolvere un dubbio che riguarda me personalmente.
      Mi sono iscritta da poco all'ordine dei dottori commercialisti, aprendo Partita Iva. A settembre avevo già iniziato un contratto di lavoro a progetto con una scuola di formazione, che si occupa di preparare gli studenti per il superamento dell'esame di maturità, con l'incarico di insegnare le seguenti materie:

      • matematica
      • statistica
      • economia aziendale
        Ora, la scuola mi ha iscritto alla gestione separata Inps e mi effettua la trattenuta (8,90%) in busta paga.
        Il mio dubbio è: sono obbligata a recedere dal contratto di lavoro a progetto ed iniziare a fatturare, inglobando la mia cassa di previdenza e la ritenuta da lavoro autonomo, oppure posso considerare tale reddito con non rientrante nella sfera di attrazione del lavoro autonomo?
        Mi sento di dire, che la soluzione migliore sarebbe quella di fatturare, ma visto che la scuola mi riconosce un misero (ma proprio misero!) compenso orario lordo omnicomprensivo, da questo dovrei togliere cassa e ritenuta e capite come....posso essere colta da improvvisi attacchi di tirchiaggine!!! 🙂
        Grazie a tutti coloro che si vorranno interessare!
        Buon lavoro!!!
        :):):)
      postato in Consulenza Fiscale
      A
      arialibera