• User

    Partita Iva conviene senza obbligo?

    Salve, lavoro tramite cessione diritto d'autore per scrittura articoli, per la quale non è previsto obbligo di aprire partita Iva anche nel caso in cui si superino i fatidici 5mila euro.

    E' da qualche anno però che, per bravura o per fortuna, supero tale soglia e ho sempre il dubbio se convenga o meno aprire partita Iva.

    Più che altro mi interesserebbe versare i contributi Inps, per ritrovarmi una pensione, essendo ormai alla soglia dei 40 anni.

    Tuttavia, anche se aderisco al regime forfettario, so che comunque andrei a pagare tra contributi e commercialista, di più di quanto accade oggi. Col rischio di trovarmi ugualmente una pensione da fame. Quindi di fare la fame due volte: da lavoratore attivo e da pensionato.

    Sapete consigliarmi? Qual è la vostra esperienza a riguardo?
    Grazie.


    sermatica 1 Risposta
  • Moderatore

    @ultimatewarrior81 ha detto in Partita Iva conviene senza obbligo?:

    lavoro tramite cessione diritto d'autore per scrittura articoli,

    Ciao
    sicuro che non stai usando la Collaborazione Occasionale? Se si ok.

    Se no hai sentito un commercialista qualificato prima di usare la "cessione diritto d'autore" come pagamento per la scrittura di articoli?


  • User

    In che senso?
    La cessione diritti d'autore è contemplata anche per la scrittura di articoli


  • User Newbie

    Ciao ultimatewarrior81,

    La scrittura rappresenta la tua attività principale?

    La partita IVA comporta un esborso non indifferente ogni anno, tra erario, INPS e commercialista. Se la scrittura di articoli non rappresenta la tua attività principale, io personalmente ti consiglierei di andare avanti con la cessione dei diritti d'autore, modalità che usavo regolarmente anche io prima di aprire la partita IVA.


    U 1 Risposta
  • User

    @madam-mim

    Ciao, grazie.
    Diciamo che da qualche anno lo è, però si tratta sempre di collaborazioni che possono concludersi da un momento all'altro.

    Inoltre, la speranza è sempre quella di intraprendere un lavoro diverso e più stabile.
    So del regime forfettario, ma immagino che dopo i primi 5 anni comunque inizia un maggiore carico fiscale.


  • User Newbie

    Esattamente, e già nei primi cinque anni le spese sono comunque elevate.
    Se fossi in te andrei avanti tranquillamente con la cessione dei diritti d'autore che, oltre ad avere una base imponibile più bassa rispetto alla prestazione occasionale con ritenuta d'acconto, non è vincolata alla soglia dei 5000 euro annui e, se non ricordo male, non pone limiti nemmeno sulla frequenza con cui emettere le ricevute.


  • Moderatore

    Buonasera,

    se l'oggetto è la cessione del diritto d'autore siamo di fronte a due casi:

    1. non apertura della partita iva (in quanto non vi è l'obbligo): in questo caso si dichiara quanto si percepisce nell'anno ai fini IRPEF. Non c'è alcun obbligo di iscrizione alla gestione INPS, né il pagamento di contributi previdenziali di alcun tipo;
    2. apertura della partita Iva (facoltà): in questo caso si dichiara sempre quanto si percepisce nell'anno ai fini delle imposte (tralasciando apposite deduzioni forfettarie under o over 35) per i primi 5 anni al 5%, (ma nel Suo caso lo escluderei, in quanto l'agevolazione non spetta nell'ipotesi di "mera prosecuzione dell'attività lavorativa" - in altre parole prima faceva cessione di diritto d'autore, ora fa la stessa cosa, solo che con Partita Iva) per poi assestarsi al 15% annuo. Inoltre vi sarà l'obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS, con il pagamento dei contributi pari al 25,72% (salvo aumenti previsti dalla normativa).

    Il Commercialista è la spesa minore rispetto alle imposte, perché il carico fiscale e previdenziale è quello molto più alto. Soprattutto perché la spesa per noi è dipesa anche dalla Consulenza che svolgiamo, soprattutto con una normativa che è sempre in continua evoluzione.

    Sinceramente, dato che la cessione del diritto d'autore non obbliga l'apertura della partita Iva, la mia opinione è di continuare così, soprattutto perché i contributi che andrebbe a pagare non le garantirebbero una pensione così elevata. Insomma, recupererebbe in parte le imposte pagate (applicando il 15%) per poi però pagare molto di più per i contributi versati.

    Cordiali saluti,

    Mattia Giannini
    Dottore Commercialista e Revisore Legale dei Conti