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    5. P.Iva vs. Collaborazione Occasionale
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    • Z
      ziomerino User Attivo • 17 gen 2007, 11:58 ultima modifica di

      P.Iva vs. Collaborazione Occasionale

      Ecco tutto

      Ingenuamente a gennaio 2006 ho aperto P.IVA con codice 74.14 Consulenza Amministrativo-Gestionale e Pianificazione Aziendale, perché ?in odore? di ricevere un incarico che non si è poi concretizzato e che doveva fruttarmi circa 25.000 ? annuali. Per questo ho scelto il regime agevolato ai sensi della 388/00.
      Adesso mi ritrovo ad aver effettuato nel corso del 2006 solamente un lavoretto parzialmente inerente il codice attività della mia P.IVA (ho aiutato uno studio di consulenza nella gestione di alcune pratiche di finanza agevolata) e per il quale ho ricevuto 1000 ? che dovranno essere regolarizzati tramite fattura o altro. Inoltre nel corso del 2006 ho ricevuto come consulente Assicurativo provvigioni per un totale di circa 3.500 ? lordi ai quali è stata applicata una ritenuta dell?11.5%.
      Allora ho pensato: Non posso far risultare quei 1000 ? come collaborazione occasionale, evitando così di pagare INPS, IRPEF e IRAP? Questa cosa È incompatibile con la P.IVA?
      Eventualmente avete una soluzione migliore da propormi?

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      • Z
        ziomerino User Attivo • 17 gen 2007, 17:18 ultima modifica di

        Forse sono stato troppo prolisso spostando l'attenzione dalla domanda fondamentale, e me ne scuso.

        La ripropongo, sperando in una risposta.

        Un titolare di P.Iva può effettuare una collaborazione occasionale se questa non è direttamente connessa con il codice ISTAT dichiarato ai fini IVA?

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        • I
          i2m4y Super User • 17 gen 2007, 21:23 ultima modifica di

          Certo Ziomerino

          ad esempio un avvocato potrà fare una collaborazione occasionale per un progetto grafico; un webdesigner potrebbe fare una collaborazione occasionale come facchino...............

          Paolo

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          • D
            d.desa User Newbie • 18 gen 2007, 00:50 ultima modifica di

            Salve, mi infilo nella discussione per chiedere a Paolo altre informazioni riguardo alla ritenuta d'acconto.
            Sono un architetto, ho da poco effettuato una piccola "prestazione occasionale" per la quale dovrò essere pagato al lordo 200 euro. Non ho ancora la partita iva e pensavo di utilizzare la ritenuta di acconto.
            da quello che sò, dovrò rilasciare una rivevuta di pagamento, ma il committente cosa deve fare? in effetti più che per me la risposta servirebbe al mio committente che non sà cosa deve fare con questo tipo di pagamento. Siccome nel prossimo mese dovrò aprire la partita iva, mi conviene aspettare per il pagamento e lasciar stare la ritenuta?

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            • Z
              ziomerino User Attivo • 18 gen 2007, 01:08 ultima modifica di

              Grazie Paolo, sei veramente un grande!

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              • Z
                ziomerino User Attivo • 18 gen 2007, 01:15 ultima modifica di

                Scusami però...

                Leggevo adesso il tuo post di sintesi sulle collaborazioni occasionali e sia nel fac simile di "lettera d'incarico" che in quello di ricevuta riscontro questa frase:

                "Il sottoscritto dichiara di non essere titolare di partita Iva..."

                Ti prego, fammici capire qualcosa...

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                • I
                  i2m4y Super User • 18 gen 2007, 08:21 ultima modifica di

                  Tu non inserirai quella frase nella lettera di incarico e nella ricevuta.
                  Importantissimo: due oggetti dell'attività distanti tra loro.

                  Il committente di una prestazione occasionale, tratterrà la ritenuta e gli eventuali contributi e li verserà nei termini di legge, rilascerà certificazione dei compensi, e compilerà 770. Per i contributi farà anche la dichiarazione previdenziale (ma di questa mi intendo meno).

                  Comunque il suo commercialista gestirà la cosa come un giochetto.

                  Paolo

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                    ziomerino User Attivo • 18 gen 2007, 08:59 ultima modifica di

                    Esiste un'applicazione normativa per quantificare la "distanza" tra due attività?

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                    • I
                      i2m4y Super User • 18 gen 2007, 10:04 ultima modifica di

                      Non esiste nessun algoritmo in grado di capire cosa ne possa pensare un eventuale verificatore. E' lui infatti eventualmente ad emettere avviso di accertamento (poi eventualmente da controbattere).

                      Direi che programmatore e sistemista potrebbero essere viste come la medesima cosa..... si deve dunque ragionare valutando anche quanto sia comprensibile la differenza tra due attività.

                      Certo i codici attività istat possono essere un appiglio.

                      Paolo

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                        ziomerino User Attivo • 18 gen 2007, 10:16 ultima modifica di

                        Grazie Paolo, esauriente come sempre!

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                        • F
                          fabiorossi User Newbie • 21 mag 2007, 18:22 ultima modifica di

                          Salve, ho un caso da proporle:
                          Una persona fisica con Partita Iva - Piccolo Imprenditore settore Costruzioni edili, viene nominato da un giudice Commissionario per la vendita all' asta di beni ( alimentari, quindi nessun collegamento con l'attività svolta normalmente) senza incanto.
                          Terminato il suo incarico il soggetto matura il diritto ad una provvigione occasionale.
                          Mi chiedo : Il piccolo imprenditore è obbligato ad emettere una fattura con Iva per la provvigione occasionale per il motivo che l'attività svolta con Iva di imprenditore edile attrae anche l'occasionale ???

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