• Super User

    Ciao Paolo.

    Appoggio con piacere la tua iniziativa.

    Sarei lieta però di distinguere chiaramente le "aggressioni sleali" dalla "concorrenza straniera".

    Abbiamo prodotti assolutamente da tutelare e proteggere, come gli alimentari, e considero senz'altro una aggressione sleale, se non una truffa, la diffusione nel mondo di orrendi prodotti similari come ad esempio il famoso formaggio grattugiato "Parmesan".

    Esistono invece Paesi che riescono a produrre beni in modo più competitivo del nostro, usufruendo spesso di situazioni piu favorevoli ( salari e costo del lavoro più basso, spese di gestione ridotte ecc.)
    In questi casi mi sembra indispensabile rispondere alzando la qualità del prodotto, come hanno fatto ultimamente le aziende di Germania e Francia usufruendo di finanziamenti o sgravi fiscali per la ricerca e l'innovazione e come invece NON ha fatto l'Italia.

    Questo perchè credo che piangerci addosso ed innalzare barriere per difendere uno stato di cose improduttivo, ma senza cambiare nulla, sia assolutamente deleterio e la fine della disastrata economia italiana.
    :bho:


  • Super User

    Hai ragione cara Mamilù sulla necessità di aumentare la qualità e l'immagine dei nostri prodotti.

    Segnalandoti che ho parlato di "concorrenza sleale", non sono in accordo con te invece sulle migliori condizioni di produzione. Avere salari bassi e quindi una manodopera più conveniente è sicuramente consentito, nessuno lo vieta. Ma quando tali condizioni retributive discendono da:

    1. salari equivalenti ad una tazza di riso;
    2. nessuna forma previdenziale;
    3. nessuna forma di garanzia sociale (ad es. in Cina tutte le prestazioni mediche sono a carico dei cittadini);
    4. alle volte (forse raramente) sfruttamento minorile;
      la cosa si trasforma nel c.d "dumping sociale" (così come descritto negli accordi WTO). Che non solo è pratica scorretta nel commercio internazionale, ma legittimerebbe dazi all'ingresso (dazi che non sono certo nelle mie intenzioni, sia chiaro).

    E perchè non parlare poi del "dumping ambientale"?

    1. Nessuna tutela ambientale (vedi disastrosi effetti in periferie cinesi denunciate anche all'agenzia per l'ambiente dell'Onu)
    2. utilizzo di materie prime contaminate (ad es. metalli a residua radioattività)
    3. utilizzo di tinture e coloranti noti per cancerosità (nel tessile è evidetissima la cosa).

    Cosa dire poi del marchio "CE" europeo di tutela della fede pubblica per quanto riguarda le regole ferre di produzione e protezione della salute copiate spudoratamente dal "C E"... un piccolo spazio e si trasforma in "China Export" ... senza tutte quelle tutele?!?!? Non si inganna il consumatore?!?!?!?

    Ci sarebbero pagine da scrivere per elencare tutte le forme di aggiramento delle regole ... i falsi e tarocchi sono l'ultimo problema.

    Non è questione di piangersi addosso, non è questione di agevolazioni (negli anni passati ti cito per tutte la Legge "Visco", la "Tremonti-bis", la "Tecno-Tremonti", la "legge 140", la "Tremonti-sud" ed il ultimo il c.d. "decreto sulla competitività") è questione di operare sui mercati a parità di condizioni di partenza (non di arrivo), saranno poi i mercati a decretare il successo delle imprese e quindi delle economie.

    E' come fare i 100 metri alle olimpiadi con i tuoi concorrenti che partono al 90° metro.... c'è evidentemente qualcosa che non va e i falsi e tarocchi sono solo l'ulteriore sgambetto sulla linea del traguardo.

    Scusa se mi sono permesso di dissentire, scusa non di dissentire, solo di meglio precisare.

    Ciao,

    Paolo.


  • Community Manager

    Paolo dimmi pure che devo fare che metto un banner in GT.it


  • Super User

    Ciao Giorgio, sono contento che tu sia sensibile ad un problema così delicato ora, critico un domani.

    Trovi il codice del banner a questo indirizzo:

    http://www.fattoinitalia.org/aiutaci.jsp

    Puoi firmare "virtualmente" la petizione a questo indirizzo:

    http://www.fattoinitalia.org/petizione.jsp

    Nel mio nuovo sito (quasi finito) ho inserito anch'io il banner.

    Buonanotte

    Paolo.


  • Super User

    Scusa se mi sono permesso di dissentire, scusa non di dissentire, solo di meglio precisare.

    Caro Paolo, ma ci mancherebbe, il tuo squisito dissenso e le tue cordiali precisazioni sono più che benvenute. 🙂

    Poi come spesso accade sui forum, credo che abbiamo idee molto simili, solo che non è sempre semplice esprimere le varie sfumature.

    Credo poi che siamo di fronte ad un argomento abbastanza articolato, dove possiamo dare per scontato l'opporci ai falsi, ai tarocchi, ai raggiri e truffe ed ai prodotti nocivi o non sicuri.

    Per il resto penso sia opportuno essere più cauti, riflettere pragmaticamente ed in modo obiettivo.

    Esiste il terzo mondo, e le sue condizioni le conosciamo.
    Non solo abbiamo fatto ben poco per loro, (come Paesi civilizzati) ma abbiamo spesso partecipato al depauperamento di quei Paesi.

    Hanno condizioni di vita, assistenze sociali, servizi e ...salari infami.
    E' a questi Paesi che vogliamo imporre di offrire sul mercato i loro prodotti a prezzi tali da NON essere competitivi e quindi restare invenduti a favore dei nostri?

    Pensiamo forse di detenere noi soli il diritto al mercato e di poter imporre le nostre regole a chi dal mercato è rimasto fuori (li abbiamo tenuti forzatamente fuori) sino ad ora?

    Alcuni Stati, in alcune situazioni, hanno fatto della "copia a basso costo" una bandiera e raccolto l'enorme consenso del terzo mondo; è nota ad esempio la battaglia della Thailandia contro i detentori dei diritti mondiali dei farmaci per combattere l'aids, costosissimi sul mercato (ma per nulla costosi alla produzione) erano una condanna a morte per i malati che non potevano permettersi una cura al prezzo di 2000 ?. . La Thailandia li ha prodotti e messi sul mercato a prezzi ridottissimi, si è beccata una denuncia ed è andata in tribunale dove.... l'azienda che deteneva i diritti ha dovuto rinunciare schiacciata dall'opinione pubblica mondiale.

    Certo, i Paesi del terzo mondo non hanno ancora condizioni tali da evitare il dumping ambientale, o per lo meno non abbastanza.
    Riteniamo questo sufficente per escluderli?
    "Prima vi modernizzate, impiantate attrezzature idonee e sicure, non inquinanti, poi ne parliamo di farvi entrare".
    Pensiamo a qualcosa del genere? [dimenticando quanto abbiamo inquinato noi sino ad ora, che noi abbiamo inventato-prodotto le peggiori porcherie mai esistite, e che noi, "occidente" continuiamo a farlo proprio da loro, inquinando loro, e pagandoli zero]

    Se sì, forse dovremo applicarlo anche agli Stati Uniti questo concetto, che quasi unici nel mondo non hanno sottoscritto gli ultimi accordi per la riduzione dell'emissione di anidride carbonica, nucleare, anticrittogamici, manipolazione genetica degli alimenti e via devastando?

    è questione di operare sui mercati a parità di condizioni di partenza
    Forse ti è sfuggita l'ironia contenuta in questa frase.

    Davvero vogliamo asserire che i Paesi del terzo mondo o in via di sviluppo abbiano "parità di condizioni di partenza?"

    Cioè, se un cittadino del Burundi decide di intraprendere, possiamo dire che può godere di infrastrutture tali da considerarlo a "parità di condizioni di partenza?"

    E non solo il Burundi ovviamente, che la China stessa, fuori da Pechino o Shangai e qualche altra enorme città non è poi molto diversa, non è che abbia infrastrutture paragonabili al triangolo Brescia-Milano-Bergamo, ad esempio.

    Voglio dire che secondo me è terribile leggere di persone che:

    1. hanno salari equivalenti ad una tazza di riso;
    2. nessuna forma previdenziale;
    3. nessuna forma di garanzia sociale
    4. sfruttamento minorile;
    5. "dumping ambientale" - nessuna tutela ambientale

    ...non possano vendere i loro prodotti per la lorostessa natura di essere e debbano restare esclusi dal mercato.

    Ritengo quindi che i prodotti di basso prezzo e bassa qualità di questi Paesi siano in grado di crearci problemi esclusivamente perchè non abbiamo saputo organizzare, adeguare ed innovare la nostra produzione come invece hanno saputo fare Germania e Francia, che ora non solo non temono questi prodotti, ma hanno l'esportazione in crescita.

    Ed una situazione simile di degrado ed abbandono produttivo quale abbiamo oggi in Italia è semplicemente ridicolo pensare di tutelarla perchè "il terzo mondo produce meglio di noi".

    In effetti questa è stata la politica sia del Governo sia della Confindustria di questi ultimi anni; ridurre i costi a danno della mano d'opera e non effettuare innovazioni.
    Tirare irresponsabilmente a campare insomma, salvo poi scoprire la China e con incredibile miopia invocare dazi.
    Fortunatamente sembra che da parte della Confindustria, con Montezemolo, si stiano individuando obiettivi ben diversi ora, purtroppo non ancora recepiti da questo Governo.

    Ripeto, credo che siamo di fronte ad un argomento abbastanza articolato, dove possiamo dare per scontato l'opporci ai falsi, ai tarocchi, ai raggiri e truffe ed ai prodotti nocivi o non sicuri.

    Ma alla produzione competitiva.... :bho:


  • Community Manager

    Paolo domani lo metto 😄


  • Community Manager

    Paolo gli ho regalato 30000 impression, spero servano 😄


  • Super User

    Cacchio non avevo visto, sei un grandissimo Giorgio!!!

    Io ti ripeto nel mio piccolo non ho potuto far altro che inserirlo su alcune pagine del mio nuovo sito che tra non molto sarà on line, oltre che ad una campagna e-mail verso gli amici per il classico passaparola!

    Ciao, buonagiornata,

    Paolo.


  • Community Manager

    Spero di recuperare le discussioni di questo topic 😞


  • Super User

    Ma perchè, c'è la possibilità che tu riesca a recuperare i messaggi persi nell'attacco???

    GRANDE!!!

    Ciao Giorgio